Il ruolo dello psicodiagnosta forense può essere rivestito dal Consulente stesso. Più spesso, questi preferisce nominare come ausiliario un collega esperto e specializzato in psicodiagnostica con l’incarico di affiancarlo nella risposta agli specifici quesiti peritali posti dal Giudice .
Il primo compito dello psicodiagnosta è quindi quello di scegliere i test psicologici che ritiene più adatti alla stesura di una relazione psicodiagnostica mirata alla risposta al quesito o ai quesiti specifici che gli vengono posti.
A questo fine è prassi che lo psicodiagnosta opti per test psicologici riconosciuti affidabili e attendibili dalla comunità scientifica, molti dei quali sono ormai patrimonio universalmente riconosciuto dello Psicologo (Test di Rorschach, questionari MMPI, Scale Wechsler, etc.). Dovrebbe essere obbligo professionale quello di conoscere tali strumenti e, là dove possibile, di applicarli in una batteria di test psicologici a sostegno uno dell’altro con l’obiettivo di anticipare, riducendoli, i tempi di acquisizione delle informazioni rispetto ai colloqui.
Riteniamo, sulla base di anni di esperienza nel settore psicodiagnostico, che tra questi strumenti non possa mancare il Rorschach. La funzionalità e l’utilità di questo test sono dovute alla ricchezza delle informazioni che offre sul funzionamento psichico indipendentemente e al di là della presenza di una psicopatologia conclamata e al fatto che esso da solo sonda in maniera analitica e dettagliata tutti gli aspetti della personalità dell’individuo.
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